La nascita del monachesimo e i monaci delle origini

Nonostante l’Alto Medioevo fosse un periodo di desolazione generale, nacque un nuovo ruolo di guida culturale e sociale portato avanti dai monaci. Essi rappresentavano un modello di superamento dei limiti della vita quotidiana, dando alla cultura cristiana una grande svolta.

Il monachesimo rappresentava la negazione totale della vita di comunità tanto che ebbe inizio con Antonio, un contadino egiziano che abbandonò il suo villaggio per ritirarsi in meditazione nel deserto, dove poi morì all’età di 105 anni. Egli sostituì alla vita politica e cittadina un’esperienza solitaria fatta di preghiera, meditazione e digiuno.

Un’altro importante monaco fu Simeone, il quale fece erigere un’alta colonna sulla cui estremità venne posizionata una piattaforma dove il monaco visse tutta la sua vita. Questa fu, oltre che una scelta di vita, anche una clamorosa dimostrazione pubblica di autosufficienza.

Altri monaci si organizzarono in comunità monastiche, i cenobi, ma questo tipo di monachesimo si diffuse prevalentemente in occidente. Il suo fondatore fu San Benedetto da Norcia.

Nell’Abbazia di Montecassino, Benedetto elaborò la sua Regola “Ora et labora“, fondata sull’obbedienza, sul silenzio, sull’umiltà e sulla carità. La vita benedettina sottolinea comunque l’importanza del lavoro manuale sia artigiano che agricolo.

Quasi in tutta Europa si diffusero diversi ordini monastici. Particolarmente attivi nel periodo medievale furono i monaci irlandesi. I loro monasteri, isolati ai confini del mondo, divennero centri culturali ed economici di grande importanza. Quando i monaci irlandesi si trasferirono in varie zone d’Europa diffusero le loro idee e diedero vita a nuove comunità monastiche.

Colombano, un monaco irlandese, giunse in Italia dall’Irlanda e qui fondò il monastero di Bobbio, nell’attuale provincia di Piacenza, nel 614. Il monastero che egli edificò, divenne ben presto un luogo d’importante propagazione culturale in tutta la parte settentrionale delle penisola.

Il monastero di Bobbio è noto in tutto il mondo per la sua biblioteca e lo scriptorium, ma buona parte dei testi li rilegati e conservati furono dispersi per l’Europa intorno al XV secolo. Come i monaci di Bobbio anche i benedettini contribuirono a conservare e ricopiare le opere letterarie sia dei grandi autori ecclesiastici che latini pagani.

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